
Con il lancio di Chat GPT e il conseguente annuncio di Satya Nadella, CEO di Microsoft, di voler integrare l’AI (artificial intelligence) in tutti i suoi prodotti, a cominciare dal browser Bing, l’intelligenza artificiale è diventata il trend topic del momento. Un trend che pare destinato a durare, dato che tutti i giganti dell’hi-tech, a cominciare da Google, l’azienda che più di ogni altra teme di essere scalzata da un business, quello delle ricerche online, che da decenni domina, si apprestano a lanciare una propria versione.
Un trend che promette di rivoluzionare praticamente ogni campo, persino quello della politica monetaria.
Come spesso accade in questi casi, i primi a voler sperimentare le nuove opportunità offerte dal progresso tecnologico sono i PVS, l’abbiamo visto con El Salvador, il primo Paese a dare corso legale ai bitcoin, o anche con il Venezuela, il primo a lanciare una propria valuta digitale, il Petro, con risultati però che, in entrambi i casi, sono stati tutt’altro che eccezionali.
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Stavolta a provarci è l’Argentina, che vede nell’integrazione dell’intelligenza artificiale un valido strumento per combattere uno dei mali storici della propria economia, l’alta inflazione.
Secondo Bloomberg, infatti, il governo argentino starebbe implementando un software, sviluppato in collaborazione con l’agenzia satellitare Arsat, in grado di monitorare gli aumenti dei prezzi in tempo reale.
Si tratta della punta dell’iceberg: il congelamento dei prezzi per alcuni beni, i negoziati con alcune aziende al fine di controllare la velocità degli aumenti dei prezzi, rappresentano i più recenti tentativi abbozzati dal Governo presieduto da Alberto Fernandez allo scopo di evitare l’aumento del tasso di riferimento che avrebbe un impatto regressivo sulla crescita del Paese.
Tentativi però che non hanno dato i risultati sperati: i prezzi negli ultimi sei mesi hanno continuato a crescere tra il 5 ed il 7,4% su base mensile, con il tasso di inflazione annuale prossimo al 100%, uno dei più elevati al mondo.

In realtà i software sarebbero addirittura due: uno per accedere in tempo reale ai prezzi per le merci incluse nel programma nei supermercati – compito finora ad appannaggio di sindaci e ministri che si recavano personalmente nei negozi –, l’altro per verificare che i prezzi pubblicati online siano conformi con l’accordo raggiunto con le Autorità.
Al di là dell’implementazione dell’AI, il Governo, nella persona del Ministro dell’Economia Sergio Massa, si aspetta una prova di maturità da parte del popolo argentino, dato che mettere un freno all’inflazione “è un vantaggio per tutti gli argentini”.
Del resto, dopo essere stata tagliata fuori tre anni fa dai mercati globali, a seguito della ristrutturazione del proprio debito estero per un ammontare di 65 miliardi di dollari, l’Argentina può contare solo sul mercato interno, il cui debito, emesso in valuta locale e composto per lo più da obbligazioni “protette” dal rischio inflazione, rischia di esplodere da un momento all’altro.
In condizioni normali stampare moneta aiuta un Paese a restare solvibile, dato che porta ad una riduzione in termini reali del debito, ma chi si fida più dell’Argentina? Nessuno, ecco perché interessi via via più elevati, scadenze più brevi e – come detto – un cuscinetto al rischio inflazione, rappresentano ormai leve imprescindibili per il collocamento dei Titoli del Tesoro argentini, a maggior ragione se alle porte vi sono nuove elezioni e le solite roboanti promesse di spese allegre.
Gli effetti collaterali del populismo…
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