Sono stati giorni frenetici in Silicon Valley, in particolare per OpenAI, la startup creatrice di ChatGPT, a seguito del licenziamento lo scorso venerdì del CEO Sam Altman, accusato dal consiglio di amministrazione di una non ben chiarita “scarsa trasparenza”.
Una mossa che aveva gettato nel caos tutto il mondo OpenAI, dai dipendenti – in circa 770 hanno firmato una lettera nella quale minacciavano di licenziarsi se Altman non fosse stato reintegrato – fino agli investitori, su tutti Microsoft, il cui CEO, Satya Nadella, già domenica sera aveva annunciato il suo approdo a Redmond.
Tutto rientrato: Sam Altman torna al suo posto, non si può dire lo stesso di chi l’aveva cacciato.
Il nuovo Cda sarà infatti composto inizialmente da soli tre membri, per poi ampliarsi fino ad un massimo di nove: Bret Taylor, ex presidente del consiglio di amministrazione di Twitter prima della sua acquisizione da parte di Elon Musk, Larry Summers, ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti, mentre resta in sella Adam D’Angelo, amministratore delegato di Quora, tra i fautori dell’allontanamento di Altman. Per quest’ultimo pare non ci sarà posto nel prossimo Cda, verso il quale peraltro verrà avviata un’indagine indipendente per far luce su quanto sostenuto dai suoi accusatori.
Secondo un’indiscrezione diffusa in queste ore da Reuters, dietro la sostituzione di Altman, a cui era subentrato ad interim l’ex AD di Twitch, Emmett Shear, che pare lascerà anch’egli l’azienda, c’era il tentativo da parte del precedente board di fondere OpenAI con la rivale Anthropic, quest’ultima finanziata tra gli altri da Alphabet (Google) ed Amazon, con l’obiettivo di creare un gigante dell’intelligenza artificiale.
Se ciò venisse confermato, sarebbe un’ulteriore conferma della guerra in atto in seno ad OpenAI, un tempo vista come un’alternativa più trasparente e democratica alle Big Tech della Silicon Valley, e le stesse Big Tech per assicurarsi il controllo di quella che sembrerebbe essere la “Next big thing” del prossimo decennio: l’intelligenza artificiale.
Sicuramente il ritorno di Altman verrà accolto con sollievo da investitori, clienti e dipendenti che temevano l’implosione dell’azienda, che avrebbe lasciato un vuoto enorme nel settore, vuoto che in tanti si sarebbero affrettati a colmare mettendo sotto contratto le migliori menti in uscita da OpenAI.
“Siamo incoraggiati dalle modifiche al consiglio di amministrazione di OpenAI. Riteniamo che questo sia un primo passo essenziale verso un percorso verso una governance più stabile, ben informata ed efficace“, ha affermato Nadella in una dichiarazione su X, aggiungendo: “Non vediamo l’ora di consolidare la nostra forte partnership e di offrire il valore di questa prossima generazione dell’intelligenza artificiale ai nostri clienti e partner”.
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