Dall’ultima riunione di Bank of Japan – l’avevo scritto nel mio precedente articolo – ci si aspettava qualche novità, così è stato: Kazuo Ueda, Governatore di BoJ, ha annunciato l’introduzione di maggior flessibilità nella politica monetaria nipponica, fissando all’1%, rispetto al precedente 0.5%, il nuovo punto di riferimento per i rendimenti del JBG – l’equivalente del nostro BTP – decennale.
Un tasso di inflazione ad un livello che non si vedeva da decenni nella terra del Sol Levante – le ultime proiezioni dicono 2,8% (+0.3% rispetto alla precedente stima), per il terzo anno consecutivo superiore al target del 2% – e la continua svalutazione dello yen (occorrono al momento circa 150 yen per acquistare un dollaro), conseguenza di una politica monetaria ultra-espansiva durata oltre un decennio e agli antipodi con quanto osservato, soprattutto nell’ultimo anno, in gran parte del resto del mondo, hanno condotto a quello che è il secondo aggiustamento in tre mesi del quadro di controllo della curva dei rendimenti (YCC).
Il livello dei tassi a breve termine resta su territorio negativo (-0,1%), quello decennale allo 0%, con – come detto – maggiori margini di oscillazione.
“La Banca considererà il limite superiore dell’1,0% per i rendimenti JGB a 10 anni come riferimento nelle sue operazioni di mercato e, al fine di incoraggiare la formazione di una curva dei rendimenti coerente con le linee guida di cui sopra per le operazioni di mercato, continuerà con acquisti di JGB su larga scala e fornire risposte rapide per ciascuna scadenza”, afferma il comunicato ufficiale di BoJ.
Un primo passo verso la normalizzazione.
Tale decisione viene interpretata come una prima mossa per svincolarsi dal controllo della curva dei rendimenti da parte di BoJ, con l’obiettivo, appena i tempi saranno maturi, di rimettere il livello dei tassi nelle mani del mercato, sebbene non sia ancora stata fornita alcuna indicazione in tal senso.
Alcuni osservatori sostengono che una prima normalizzazione del livello dei tassi di breve termine potrebbe arrivare già nella prossima riunione del board, in programma il 18-19 dicembre, del resto l’opinione pubblica comincia a mostrare insofferenza verso l’operato dell’Esecutivo, con la fiducia verso il Premier Fumio Kishida crollata al 33%, il livello più basso da quando entrò in carica nell’ottobre del 2021.
Ora che Fed e BCE sembrano aver arrestato le rispettive corse ai rialzi, potrebbe essere un buon momento per cominciare a ridurre il gap accumulato. Staremo a vedere, ad ogni modo la priorità di BoJ resta quella di scongiurare ogni possibilità di ritorno della deflazione, al resto penserà dopo.
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