Gennaio 2016: “Uno sguardo ai calendari del mondo.”

da | Gen 4, 2016 | Rivista "Solido" | 0 commenti

Siamo un po’ tutti schiavi del tempo, di una scadenza da rispettare o di una ricorrenza da ricordare, gran parte delle nostre vite può essere ricondotta a delle date, il giorno in cui siamo nati o quello in cui è nato un nostro caro, quella in cui abbiamo realizzato qualcosa di importante nella vita o quella in cui qualcuno ci ha lasciato, tutto si riconduce ad una serie di numeri, quelli del calendario.

E’ dalla notte dei tempi che l’uomo ha escogitato dei sistemi per classificare il tempo – sono sicuro che quando leggerete quest’articolo avrete già appeso nella vostra casa quello di quest’anno, magari proprio quello che avete trovato in allegato nel numero precedente – quello che utilizziamo tutt’ora è definito gregoriano, dal nome di Papa Gregorio XIII, che nel 1582, con la bolla papale Inter gravissimas, lo introdusse sostituendolo a quello cosiddetto calendario giuliano, dal nome di chi lo promulgò, Giulio Cesare, ancora utilizzato dalla Chiesa ortodossa e da cui deriva un diverso giorno in cui cade la Pasqua ortodossa rispetto a quella cattolica. Chiunque conosce il calendario gregoriano, si tratta di un calendario cosiddetto solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni, in cui l’anno è composto da 12 mesi con durate diverse (da 28 a 31 giorni) per un totale di 365 o 366 giorni ma, nonostante esso sia il più utilizzato non è l’unico esistente, ve ne sono molti altri, e quale momento migliore di questo per accendere la nostra curiosità verso alcuni di quelli maggiormente utilizzati nel mondo?

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Calendario ebraico. Il calendario ebraico si presenta molto diverso da quello gregoriano, prima di tutto perché è lunisolare, in quanto a differenza di quest’ultimo, non è calcolato solo su base solare, ma anche su base lunare. Esso è composto da 12 o da 13 mesi, di durata pari a 29 o 30 giorni ciascuno e si fonda, nel lungo periodo, su un ciclo metonico – dall’astronomo greco Metonedi 19 anni divisi tra normali (peshutim) ed embolismici (meubbarim) nei quali cioè viene aggiunto un tredicesimo mese chiamato Adar Sheni. Il mese lunare dura circa 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi. L’anno solare, invece, dura circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. In virtù di questo, la deviazione rispetto all’anno solare medio è di circa 6 minuti e 39 secondi, quindi il calendario ebraico rimane indietro di un giorno rispetto all’anno solare ogni 216 anni circa. Il calendario gregoriano, per fare un raffronto, perde un giorno ogni 3.323 anni. Da questo deriva che nell’arco di un anno il calendario lunare ebraico di 12 mesi resta indietro di circa 10 giorni e 21 ore rispetto a quello solare. Alternando anni di 12 e 13 mesi, tuttavia, si riesce a compensare quasi esattamente la differenza: lo scarto tra 19 anni solari e 235 mesi lunari è appena di 2 ore e 5 minuti circa, pari a circa 7 minuti per anno. Gli anni embolismici, come detto, composti quindi da 13 mesi, sono il 3º, il 6º, l’8º. l’11º, il 14º, il 17º ed il 19º anno del ciclo. Da ciò ne deriva che il ciclo è composto di 12 anni di 12 mesi (per un totale di 144 mesi) e da sette anni di 13 mesi (91 mesi) per complessivi 235 mesi lunari. Gli anni normali possono durare, in sostanza, 353, 354 o 355 giorni; gli anni embolismici 383, 384 o 385. Il ciclo di 19 anni può durare da 6.939 a 6.942 giorni. Il calendario ebraico si ripete, quindi, esattamente dopo un ciclo di 689.472 anni, pari a 251.827.457 giorni. Anche se, c’è da dire che introducendo la Luna nel computo, si inserisce anche un ulteriore errore nel calcolo visto che la velocità della Luna è in continuo, anche se infinitesimale, aumento con una conseguente riduzione del periodo lunare. Altra particolarità, infine, è che il calendario ebraico conta gli anni a partire dalla data presunta della creazione, che in base alle indicazioni della Bibbia è stata calcolata dalla tradizione rabbinica al 3760 a.C. Precisamente l’anno 1 inizia il 6 ottobre 3761 a.C.; la creazione viene posta al 25 Elul o 25 Adar di tale anno (22 settembre o 29 marzo 3760 a.C.). Perciò, ad esempio, nel settembre dell’anno gregoriano 2014 è iniziato l’anno ebraico 5775.

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Calendario cinese. Anche il calendario cinese è di tipo lunisolare. Nonostante non venga più utilizzato (è stato adottato ufficialmente il calendario gregoriano), l’antico calendario cinese continua, tuttavia, ad essere osservato soprattutto per le festività. Per molti aspetti è simile a quello ebraico: prevede anch’esso anni comuni, composti da 12 mesi e lunghi 353, 354 o 355 giorni, e anni embolismici composti da 13 mesi e lunghi 383, 384 o 385 giorni. Il giorno inizia a mezzanotte ed è diviso in 24 ore o 12 shì, ognuno di 2 ore ciascuno. L’inizio di ogni mese avviene, tuttavia, ad ogni fase di luna nuova, considerata tale dai cinesi nel momento della congiunzione fra la Luna e il Sole, ovvero quando la Luna è completamente invisibile per le zone in prossimità delle coste orientali della Cina. Più complicato definire, invece, la durata del mese: i cinesi hanno stabilito che si tratta della data in cui il Sole, nel suo moto apparente attorno alla Terra, percorre un angolo multiplo di trenta gradi; l’angolo di zero gradi è definito dalla posizione del Sole il giorno dell’equinozio di primavera. Quando si hanno 13 lune piene nell’arco di un anno – tra l’undicesimo mese di un anno e l’undicesimo mese dell’anno successivo (ovvero tra un solstizio d’inverno e il successivo) – l’anno che segue sarà lungo 13 mesi. Poiché in tale anno c’è almeno un mese che non contiene nessun termine principale, il mese successivo a questo diventa il mese aggiuntivo, che porta lo stesso numero del mese precedente. Ad ogni anno viene assegnato un nome composto da due parti: una radice celeste e un ramo terrestre. Le parole che costituiscono la prima parte del nome sono dieci. Le parole che costituiscono la seconda parte, quella terrestre, sono dodici; a ciascuno di essi è associato un animale dello zodiaco cinese. I nomi degli anni vengono creati quindi partendo dal primo nome celeste e dal primo terrestre e utilizzando successivamente i secondi, i terzi, ecc. delle due liste; quando si arriva all’ultimo di una delle due liste, si ricomincia dal primo di quella lista. In questo modo è possibile costruire 60 combinazioni, ossia 60 nomi di anni, che sono quelli che compongono un ciclo completo. Si usa contare questi cicli sessantennali a partire dal 2637 a.C., quando, secondo la tradizione, il calendario cinese fu inventato. Va inoltre precisato che gli anni del calendario cinese non coincidono esattamente con quelli del calendario gregoriano, poiché varia la data del capodanno: il capodanno cinese, lo xīnnián, che dura quattro giorni, cade in coincidenza della prima luna nuova dopo l’entrata del Sole nel segno dell’Acquario, ossia nel momento in cui inizia il mese numero 1. Per questa ragione l’inizio dell’anno cinese cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano.

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Calendario islamico. Il calendario islamico, al contrario dei precedenti, è esclusivamente lunare. Parte dal 16 luglio 622, anno in cui fu compiuta l’Egira (cioè il trasferimento dei primi devoti musulmani e del loro profeta Maometto dalla Mecca alla volta di Yathrib) e si snoda in 12 mesi alternativamente di 30 e 29 giorni. Rispetto all’anno tipico, quello islamico è, quindi, di 354 giorni soltanto. Spesso la datazione secondo questo calendario viene indicata affiancando alla cifra dell’anno la sigla h (dall’arabo hiǧrī “relativo all’egira”). L’alternanza di mesi di 29 e 30 giorni comporta una durata media del mese di 29,5 giorni (29 giorni e 12 ore). Dal momento che la durata media del mese sinodico è di 29,530589120 giorni (circa 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 2,9 secondi), con questo sistema l’inizio dei mesi anticiperebbe di oltre 8 ore e 48 minuti ogni anno. Per compensare questo errore, ogni circa tre anni l’ultimo mese viene fatto durare 30 giorni anziché i consueti 29. L’introduzione di questi anni “bisestili” da 355 giorni viene fatto sulla base di un ciclo di 30 anni, nel quale il 2º, 5º, 8º, 10º, 13º, 16º, 18º, 21º, 24º, 26º e 29º anno sono bisestili. Il ciclo di 30 anni risulta così pari a 10631 giorni, da cui deriva una durata media del mese di 29 giorni 12 ore e 44 minuti esatti. La differenza rispetto al mese sinodico è così di soli 2,9 secondi in difetto, con un errore risultante di un giorno ogni 2483 anni circa. A differenza degli altri calendari sincronizzati con le stagioni, la correzione effettuata sul calendario islamico ha solo la funzione di ottenere una migliore sincronizzazione dell’inizio di ogni mese lunare con le fasi della luna.

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Calendario indiano. Il calendario nazionale indiano, chiamato anche calendario Saka, è il calendario civile ufficiale in India ma viene utilizzato insieme al gregoriano. Venne introdotto dal Comitato di Riforma del Calendario nel 1957 – cioè il 1 Chaitra 1879 dell’Era Saka -, come parte dell’Annuario Indiano e Almanacco Nautico, nel tentativo di armonizzare i vari tipi di calendario esistenti ma la presenza di varianti locali basate su fonti più vecchie come il Surya Siddhanta possono ancora esistere. Tra le sue caratteristica più importanti, il fatto che i mesi della prima metà dell’anno hanno tutti 31 giorni, per tenere in considerazione i movimenti più lenti del Sole attraverso l’eclittica in questo periodo. Il Comitato di Riforma del Calendario formalizzò anche un calendario religioso, indicato come Rashtriya Panchang, il cui termine deriva dal sanscrito panchangam (pancha: cinque; anga: arti), che si riferisce alle cinque braccia del calendario: il giorno lunare, il mese lunare, il mezzo giorno, l’angolo di Sole e Luna e il giorno solare. Questo, come molti calendari regionali, definisce un calendario lunisolare basato su una versione autorevole del Surya Siddhanta risalente al X secolo. A differenza del calendario ufficiale nel Rashtriya Panchang, i mesi sono determinati in base alla posizione del Sole rispetto alle stelle fisse all’alba, elaborata da osservazioni antipodali della Luna piena. Questa computazione siderale evita le regole fisse per l’anno bisestile, ma il numero di giorni in un qualsiasi mese può variare di uno o due. La conversione delle date con il calendario gregoriano, o il calcolo del giorno della settimana, richiede la consultazione di un annuario.

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Calendario persiano. Chiamato anche calendario di Jalāl (dalla ricalibratura effettuata durante il regno di Jalāl ad-Din Malik Shah Seljuqi, uno dei sultani selgiuchidi, di un sistema precedente molto antico verso la fine dell’XI) è utilizzato correntemente nell’Iran e nell’Afghanistan. Venne reintrodotto nel 1922 in Persia in seguito agli sforzi del patriota iraniano Kay Khosrow Shah Ruh mentre l’Afghanistan lo adottò nel 1957, ma servendosi della lingua araba invece che della persiana per denominare i mesi. Il calendario persiano è su base solare ed è il più accurato fra quelli in uso: mentre il calendario gregoriano, come detto in precedenza, presenta un errore di un giorno ogni 3.226 anni, il calendario persiano necessita una correzione ogni 141.000 anni. Esso infatti individua gli anni bisestili (anni di 366 giorni) con un sofisticato procedimento di intercalazione e fissa l’inizio dell’anno in un fenomeno naturale, il verificarsi dell’equinozio di primavera da osservare di anno in anno con osservazioni astronomiche. Il calendario attualmente in uso nell’Iran, come il calendario gregoriano, approssima un anno tropico che fa iniziare con l’equinozio di primavera con la durata di 365,2424 giorni. I primi 6 mesi sono di 31 giorni, i successivi 5 mesi sono di 30 giorni l’ultimo mese è di 29 giorni negli anni normali e di 30 giorni in quelli bisestili.

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