Un nuovo BTp per puntare alla crescita.

da | Ago 9, 2015 | Politica economica | 0 commenti

Sfogliando “Il Sole 24 Ore” di ieri ho trovato particolarmente interessante un articolo relativo alla proposta di un nuovo strumento di investimento, a metà tra obbligazione ed azione, un BTP indicizzato al PIL.
L’innovativo BTp indicizzato al PIL avrebbe, da un lato, il pregio di conservare lo standard “risk free” dei titoli di Stato, ipotesi a mio avviso ancora vera per i Paesi industrializzati ma, nel contempo, consentirebbe di uscire dalla spirale dei tassi negativi dei titoli pubblici, effetto collaterale del “quantitative easing” di Draghi per i Paesi del nord Europa, Germania in primis. A questa analisi che condivido, aggiungo che un simile strumento porterebbe anche dei benefici ai Paesi dell’Europa del Sud, alcuni dei quali ancora alle prese con gli alti spread: infatti, esso potrebbe porre un freno al cosiddetto “effetto spiazzamento”, ossia a quella condizione nella quale gli investitori privati, attratti dagli alti tassi garantiti dal Tesoro, si rifugiano in essi minando così le possibilità di crescita del Paese. Per ottenere ciò, chiaramente, il Tesoro dovrebbe destinare quanto ottenuto da questo particolare BTp agli investimenti produttivi, solo così gli investitori potrebbero preferirlo agli altri strumenti tradizionali.
Insomma, si tratterebbe di una decisa scommessa degli operatori, pubblici e privati, sulla crescita del Paese, in quanto, i privati, al verificarsi di tale condizione, otterrebbero un maggior dividendo mentre, l’operatore pubblico, sarebbe ben lieto di pagare tale maggiorazione perché dalla crescita deriverebbe una riduzione del rapporto debito/PIL.
L’unico scoglio da superare sarebbe quello di rendere liquido questo nuovo titolo, ossia creare un mercato secondario efficiente al fine di garantire il disinvestimento dal titolo senza penalizzazioni, con un adeguato differenziale tra il prezzo in denaro e in lettera. Un’operazione del genere è già avvenuta con successo in occasione del BTp Italia, ultima innovazione del nostro Tesoro inaugurato nella primavera del 2012.
Il BTp potrebbe essere emesso all’asta, delegando così la creazione e la tenuta del mercato secondario alle banche oppure offerto attraverso una vendita “a rubinetto”, un po’ come avviene per i buoni postali; in quest’ultima circostanza, il nuovo strumento andrebbe venduto, al dettaglio o all’ingrosso, su richiesta, con il Tesoro impegnato a quotare un prezzo per il riacquisto.
Infine, una considerazione: agli occhi di un osservatore distratto il nuovo (ipotetico) BTp indicizzato al PIL potrebbe apparire come una copia del BTP ancorato all’inflazione, in quanto, in passato, alla crescita di un Paese veniva associata anche una crescita dell’inflazione. Oggi, però, stiamo assistendo a qualcosa di diverso: l’economia è in ripresa un po’ in tutta l’Eurozona ma l’inflazione continua a mantenersi bassa, nonostante il piano di quantitative easing di Draghi sia entrato in pieno regime da quasi sei mesi. In tale situazione, dunque, ci sarebbe spazio per entrambi gli strumenti, essi infatti non sarebbero succedanei, bensì complementari.

Hong Kong, pegging a rischio?

Alcuni giorni fa vi avevo raccontato delle modalità con cui Singapore si stava preparando a gestire il cambio di paradigma nella politica commerciale statunitense a seguito dell’avvento di Trump e del conseguente – ipotizzato da tanti – ritorno dello spauracchio...

Singapore, via al primo allentamento monetario.

Per la prima volta in oltre quattro anni, la banca centrale di Singapore (MAS) ha deciso di allentare la propria politica monetaria. Era dal marzo del 2020, infatti, ossia dall’avvento della pandemia da Covid-19, che la massima autorità di politica monetaria della...

Argentina, il miracolo Milei.

Il Presidente argentino, Javier Milei. Sono mesi che ho voglia di scrivere un articolo sul Presidente argentino Javier Milei e il suo tentativo di resuscitare l’economia argentina. Sono mesi quindi che mi informo, anzi, a dirla tutta è ormai un anno – Milei è stato...

Trump vs Powell, è cominciata la resa dei conti.

La scorsa settimana, pur monopolizzata dalle presidenziali americane e dalla netta affermazione di Donald Trump, ha visto andare in scena anche dal consueto meeting della Federal Reserve, che ha abbassato all’unanimità il livello dei tassi di un ulteriore quarto di...

Jumbo cut della Fed, le prime reazioni da Oriente.

Pan Gongsheng, Governatore di People's Bank of China. L’avevo raccontato sia su queste pagine sia, personalmente, a diversi miei clienti: lo spartiacque per gli emergenti, in particolare gli asiatici, sarebbe stato il primo taglio dei tassi della Federal Reserve. Con...

Fed, via al primo “jumbo cut”.

Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve. È stata la settimana della Fed: con il taglio di ben 50 punti base, nel gergo “jumbo cut”, annunciato lo scorso giovedì, Jerome Powell ha dato il via ad una nuova fase per la politica monetaria a stelle e strisce. Il...

Share This