Una lezione di coraggio dalla Giordania.

da | Feb 9, 2015 | Politica economica | 2 commenti

Com’รจ possibile che l’Occidente resti immobile di fronte a rapimenti, minacce e infiniti spargimenti di sangue mentre la Giordania, dopo aver visto un singolo suo cittadino arso vivo, si sia immediatamente precipitata per annientare l’Isis – si parla di una distruzione del 20% della loro forza militare dopo pochi giorni di bombardamenti – ponendosi, in questo modo, seppur indirettamente, come unico difensore di noi cittadini occidentali?

Mettendo da parte il fattore economico – si sa, questa guerra, a differenza di altre, ad eccezione delle commesse, non porterebbe alcun beneficio da questo punto di vista – la spiegazione che riesco a dare รจ una soltanto: la paura.

Gli Stati Uniti ne diedero dimostrazione sin dall’inizio, attraverso l’incomprensibile assenza del Presidente Obama a Parigi, in occasione della marcia pro Charlie Hebdo che vide presenti piรน di 50 capi di stato e di governo; del resto, un nuovo 11 Settembre, avrebbe delle ripercussioni enormi sull’amministrazione Obama, giร  spesso criticata per la poco lungimirante politica estera.

Riguardo gli altri Paesi europei? Tante belle parole. Come detto, non essendoci interessi economici importanti, nessun Paese, temendo ripercussioni, ha il coraggio di fare il primo passo, mentre, a livello UE, l’incontro di quest’oggi a Washington tra la Merkel ed Obama, per l’altra annosa questione in ballo, quella della Crimea – in quel caso vedete come si muovono – rappresenta l’ennesima riprova di quanto una politica estera comune europea sia una chimera e che Federica Mogherini, eletta qualche mese fa “Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza”, nel giubilo di Renzi e della maggioranza che lo sostiene, valga quanto il due nella briscola.

Appare quindi logico ritenere che si preferisca qualche nostro concittadino giustiziato in un video a migliaia di km dai confini, con qualche minoranza pronta a sostenere persino la tesi “Se la sono cercata”, anzichรฉ subire un attentato a due passi da casa nostra, a dimostrazione, nel caso qualcuno nutrisse ancora dubbi, di quanto siamo terribilmente vulnerabili e che nessuna misura di sicurezza straordinaria possa davvero proteggerci. La scusa, poi, secondo la quale un bombardamento comporterebbe vittime tra i civili stavolta non regge, avrebbe retto in passato, vedi l’invasione dell’Afghanistan e Iraq, o in Libia, quest’ultima cominciata dai francesi stessi, non in questo caso, dato che l’Isis, avendo assunto i contorni ed i confini di uno stato vero, lo Stato Islamico, รจ agevolmente localizzabile, quindi annientabile.

La mia idea รจ che si stia rivivendo la stagione delle bombe dei primi anni novanta del nostro Paese, dove i nostri governatori, resisi conto dell’impossibilitร  di sconfiggere la Mafia, scesero a compromessi con essa dando cosรฌ il via alla famosa “Trattativa”, ma i jihadisti possono essere assimilati ai mafiosi? Non credo.

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